domenica 6 luglio 2014

Presentazione di "La morte scherza sul Ticino"

Di seguito vi proponiamo l'adattamento per la rete dei testi della presentazione del libro "La morte scherza sul Ticino" di Alessandro Reali avvenuta il 12 aprile 2014 alla libreria Le mille e una pagina di Mortara, a cura di Lorella Tabolotti e con letture di Laura Fedigatti.
(I brani qui riportati sono ridotti rispetto a quelli letti durante la presentazione)
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Lorella e Alessandro Reali
Lorella Tabolotti e Alessandro Reali
Presentiamo oggi "La morte scherza sul Ticino", secondo romanzo breve di Alessandro Reali, in cui la coppia
di detective pavesi Sambuco e Dell'Oro questa volta hanno a che fare con un caso piuttosto particolare. L'"oggetto" delle loro indagini è un ex insegnante di liceo - ora in pensione -, amante dell'arte, della lettura, un uomo che cela un tormento interiore radicato e uno struggente male di vivere, ben mascherati da una patina di apparente normalità che lo condurranno a scelte drammatiche, dopo essere caduto in balìa delle sue perversioni sessuali - più o meno sempre controllate per buona parte della sua vita - e del gioco erotico, sfrontato e crudele di Silvana, giovane donna della Pavia bene che, a un certo punto, entra prepotentemente nell'esistenza di Giorgio Grechi e la sconvolge.

Così Sambuco riceve l'incarico di investigare sul professor Grechi da parte dell'avvocato Marziani:
- Ecco, a scanso di equivoci, vorrei che lei mi tenesse d'occhio questo signore, un vecchio amico, diciamo, che da anni frequenta la mia casa e che, Dio non voglia, mi sembra un po' troppo interessato alle faccende di mia figlia... Silvana... eccola - disse l'avvocato estraendo un paio di fotografie.
In una si vedeva il professor Giorgio Grechi sorridente, probabilmente ritratto durante una cena in casa dell'avvocato. Nell'altra una ragazza dall'espressione penetrante eppure astratta, gli occhi chiari come quelli del padre, la bocca sensuale e il taglio del viso mascolino sotto un ciuffo di capelli chiari vagamente punk. (pagg. 78-79)

Laura Fedigatti e Alessandro Reali
Laura Fedigatti durante la lettura
Carlo Maria Marziani, padre di Silvana e, in gioventù, compagno di avventure erotiche di Giorgio Grechi, sospetta la relazione tra il professore e la figlia e incarica l'Agenzia Sambuco & Dell'Oro di scoprire la tresca che potrebbe minare il buon nome della famiglia e la facciata perbenista di un certo ambiente prevaricatore che affiora tra le righe del romanzo. E sullo sfondo il Ticino e la pioggia battente, il pericolo costante di una piena imminente del fiume che va crescendo di pari passi con l'ossessione e il dramma di Giorgio Grechi.

Un altro aspetto importante che percorre tutta la storia, è il passato di Grechi e alcune figure che determinano fortemente la sua personalità, in particolar modo quelle del padre e della madre: il padre, vittima sacrificale di una sensibilità forse troppo acuta e la madre, fredda, gretta, insensibile accusatrice inesorabile di colui che incolpa con il suo gesto (il suicidio) di aver lasciato la famiglia in difficoltà; e lui, Giorgio Grechi, il risultato di un passato che gli lascia addosso un'impronta marchiata a fuoco.

Rivide il suo volto in quel novembre del cinquantacinque, in una Pavia troppo diversa da quella che un'alba soffocante gli schiacciava addosso in quel momento: lui era solo un bambino, uno come tanti, per mano a sua madre, sui ciottoli lucidi di pioggia di Porta Calcinara tra antichi muri intrisi di  nebbia. Sua madre, sempre vestita di nero, con la bocca nera e gli occhi neri, esile figura sostenuta da un'armatura di ruggine fil di ferro. (pag. 59)

La paura, la senzazione di fallimento, la pazzia si fanno strada poco a poco dopo il precipitare degli eventi conseguenti al suo delirio erotico-amoroso - ormai fuori controllo - con Silvana.
Ma chi è la causa di questa ossessione? E' proprio Silvana, poco più che ventenne, annoiata, sguardo magnetico, corpo efebico e irresistibile:

In un attimo, ai suoi occhi, era diventata attraente come nessun'altra. Non era semplicemente bella (il viso era troppo magro, gli occhi verdi e cattivi privi di dolcezza, la bocca dalle labbra sottili, il corpo nell'insieme mascolino - con i glutei piccoli e muscolosi - fatta eccezione per i grandi seni penduli), emanava un'aura avvolgente come una tela di ragno nella quale cadevano le sue vittime. E lui, il professor Giorgio Grechi, senza accorgersene, era entrato a far parte dell'esigua, selezionata schiera. (pag. 65)

Alessandro Reali risponde alle domande del pubblico
Reali risponde alle domande del pubblico
Dopo la presentazione della figura tentarice di Silvana, viene spontaneo fare un confronto con l'altra donna che per un certo periodo frequenta Grechi: Adele. Completamente diversa da Silvana, Adele è materna, rassicurante, succube e appagata al tempo stesso nella relazione con il professore.

Mentre Grechi sta vivendo uno dei momenti più bui della sua vicenda, pensa alla fede, che non ha, che non ha mai avuto, come a una possibile àncora di salvezza che, forse, in quegli istanti drammatici, potrebbero risollevarlo, dargli uno spiraglio di luce in mezzo a tutto quel buio.
La fede è ciò a cui si aggrappa Adele, la sua vecchia amante nel momento della malattia. E allora ecco che Grechi pensa a lei come alla più forte e a se stesso come a un uomo senza vergogna, un essere meschino che vede crollare, frantumandosi, tutte le posticce certezze che si era faticosamente costruito:

"Un uomo senza fede è un uomo senza speranza", gli aveva detto Adele, una volta mentre passeggiavano dietro San Pietro in Ciel D'Oro, un angolo di Pavia che alla donna piaceva moltissimo, specie nelle belle serate d'autunno.
Ma lui, purtroppo, di fede non ne aveva. Da bambino cercava Dio dentro le preghiere che sua madre lo obbligava a recitare; nell'oscurità umida del Duomo, quante volte aveva cercato davvero un contatto con l'entità superiore che, secondo lui, un po' troppi davano per scontata? Mai... (pag. 71)

Ma non dimentichiamo i due detective pavesi, Sambuco e Dell'Oro. Sambuco, serio, compassato, apparentemente indifferente che in effetti porta con sé quotidianamente un fardello di dolore e dignità da custodire e a cui sopravvivere ogni giorno:

Lui, Gigi Sambuco, portava in giro tutto il giorno il suo dolore e continuava a lavorare, cercando ogni giorno di arrivare a sera promettendosi soltanto di non trascurare la moglie. Non era più una questione d'amore, oramai, ma il suo senso del dovere, ereditato dal padre, gli imponeva di prendersi cura di lei. A volte avrebbe voluto piantar lì tutto e andarsene via e terminare i suoi giorni come un vagabondo, tra i cassonetti di qualche città lontana. Ma poi sapeva che non l'avrebbe mai fatto. (pag. 118)

L'alter ego di Sambuco è il suo socio scapestrato Dell'Oro, mezzo delinquente sempre alla ricerca di indizi e soprattutto di sottane da insidiare credendosi un gran don giovanni. Nella lettura che segue, e con la quale si conclude l'incontro, lo vediamo alle prese con Anna, giornalista della Provincia Pavese con la quale avrà una relazione a dir poco burrascosa:

Anna. Quando avrebbe raccontato a Sambuco tutta la faccenda quello si sarebbe messo a ridere - per quel che può ridere Sambuco - e poi, cosa che gli faceva più male, lo avrebbe guardato diritto negli occhi dicendogli, molto lentamente: sei il solito pirla. (pag. 31)

Laura Fedigatti e Alberta Maffi con Alessandro Reali
Laura Fedigatti e Alberta Maffi con l'autore
Intanto, in un inverno freddo e nell'incombenza di un'ennesima piena del Ticino, anche l'angoscia del professor Grechi sta per superare il livello di guardia.

Sambuco, Dell'Oro, insieme ad Anna e ad altri protagonisti della saga dell'Agenzia Investigativa Sambuco & Dell'Oro ci salutano e ci danno appuntamento per la terza indagine.

Buona lettura!

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