Citazioni

Citazioni da "Risaia crudele"

Foto cimitero Casoni Borroni di Paolo Gabbetta
Cimitero di Casoni Borroni (foto di Paolo Gabbetta)
La strada, in discesa verso il piccolo cimitero, era bianca di polvere. I sassi scottavano. Le lucertole di pianura ne approfittavano come fanciulle stese al sole, nella luce liquida del pomeriggio. [...]
Lisandro camminava lentamente. Era stanco, probabilmente avvilito. Portava il gilet slacciato sui pantaloni neri e aveva le scarpe impolverate. La camicia bianca era impregnata di sudore e la cravatta a righe pendeva tutta storta.
Ma perché era arrivato fin li? Si chiedeva...
(da Risaia crudele, pag 15)

Barcé in riva all'Agogna foto di Paolo Gabbetta
Barcé in riva all'Agogna (foto di Paolo Gabbetta)
Era un'alba livida e fredda, ancora scura, quando Carlin uscì dal capanno e scese in Agogna dove teneva nascosta la barca, il barcé, come lo chiamavano loro. Da alcuni giorni non dormiva più in casa. Il Perotti, una staffetta partigiana residente a Sannazzaro, gli aveva detto di allontanarsi: quelli della brigata nera lo avevano messo nel mirino e, se lo avessero preso, la sua sorte sarebbe stata segnata. Una volta, l'anno prima, aveva già rischiato la pelle. In quattro lo avevano sorpreso e pestato per poi abbandonarlo mezzo morto al vecchio mulino. (da Risaia crudele, pag 106)

Citazioni da "La morte scherza sul Ticino"

Ma Silvana non era prevista. Lei era venuta su male, come una gramigna, nel ventre tiepido di quella famiglia più o meno normale. O, forse, era così solo agli occhi del professor Giorgio Grechi, che con quella ragazza aveva superato di gran lunga la complicità erotica che lo legava all’avvocato.
In un attimo, ai suoi occhi, era diventata attraente come nessun'altra. Non era semplicemente bella (il viso era troppo magro, gli occhi verdi e cattivi privi di dolcezza, la bocca dalle labbra sottili, il corpo nell’insieme mascolino - con i glutei piccoli e muscolosi - fatta eccezione per i grandi seni penduli), emanava un'aura avvolgente come una tela di ragno in cui cadevano le sue vittime. E lui, il professor Giorgio Grechi, senza accorgersene, era entrato a far parte dell'esigua, selezionata schiera. (da La morte scherza sul Ticino, pag. 65)

"La Lavandaia" di Borgo Ticino a Pavia - foto di Lorella Tabolotti
La Lavandaia di Borgo Ticino a Pavia
(foto di Lorella Tabolotti)
Il giorno dopo, Selmo Dell’Oro, dalla stessa finestra guardava il Ticino in piena sotto la pioggia, e le auto in fila oltre l'argine, sulla riva opposta del fiume. Gli abitanti del Borgo, dove aveva sede l'ufficio dell’Agenzia Investigativa, erano preoccupati. Coloro che abitavano nelle prime case, a ridosso della lavandaia di bronzo - impassibile, lucida di pioggia - avevano pensato bene di portare i mobili al piano superiore. Le notizie, infatti, non erano delle migliori: al ponte della Becca, dove il Ticino entra in Po, le campagne erano allagate e gli abitanti di alcune cascine erano stati costretti a evacuare. (da La morte scherza sul Ticino, pag. 80)

Citazioni da "Fitte Nebbie"

"il sentiero della Lupa" foto di Paolo Gabbetta
Il sentiero della Lupa (foto di Paolo Gabbetta)
Aveva piovuto, quella notte, e, sul sentiero che portava alla Lupa, s'era formata una patina scivolosa di fanghiglia scura. Felicino guardava la campagna attraverso la finestra della camera da letto, respirando l'odore umido della terra, sotto il cielo di peltro dove strisce sfilacciate di nuvole scure correvano verso le colline. (da Fitte Nebbie, pag. 31)