lunedì 1 settembre 2014

Intervista a Adriana Orlandi

Prima di rispondere alle vostre domande, parliamo di Risaia crudele che mi è piaciuto molto.

Bella la storia che viene raccontata: decisamente Alessandro Reali ha il dono della narrazione e un'ottima padronanza della dimensione progressiva del racconto.
Bello lo scambio tra i due piani della storia, enfatizzato dai vari contrasti (il passato e il presente, l'estate e l'inverno, la lontananza e la vicinanza). Ma bello anche il ricongiungimento tra i due piani, chiudendo perfettamente il cerchio.
I personaggi sono ben caratterizzati, ognuno con la sua personalità definita, ma nei confronti dei quali il narratore riesce a rimanere neutrale.
Bella la scrittura, ricca di metafore e figure di stile (qui ci sarebbe da fare una tesi di laurea...), presenti anche nei romanzi precedenti, ma qui più sistematiche, senza sbavature.
Molto interessante l'attenzione per il dettaglio, per il particolare che fissa e dà luce all'immagine: es. "i giornali che teneva sparsi sul piano ligneo mangiato dalle tarme" (p. 72), "avvolto nella vestaglia di flanella che gli faceva le spalle ancora più larghe" (p. 62), e via dicendo. Sono i pixel di un'immagine ad alta risoluzione...
L'unico piccolo appunto che mi sento di fare è che il narratore tende ad aiutare troppo il lettore, a fornire talvolta spiegazioni o elementi di interpretazione non sempre necessari.

Ha letto i tre libri di Alessandro Reali finora pubblicati? Quale le è piaciuto di più?

Sì, ho letto tutti e tre i romanzi. Risaia crudele è sicuramente il libro che mi è piaciuto di più, perché è qualitativamente il migliore, quello dove i personaggi sono meglio costruiti, l'impianto narrativo è solido e originale, e lo stile più convincente.

Come ha conosciuto il nostro autore? Cosa apprezza del suo stile di scrittura?

Ho conosciuto l'autore grazie a una amica che mi ha regalato il primo romanzo. La curiosità ha fatto il resto... Di A. Reali apprezzo prima di tutto l'arte narrativa, la creatività, la capacità di costruire storie interessanti e di farle progredire in modo da tenere sempre "all'amo" i suoi lettori. Tanti scrittori, anche conosciuti, non hanno questo dono. Poi mi piace molto la sua attenzione per il dettaglio, il gusto per il particolare che fissa e dà luce all'immagine, e questo è gli riuscito molto bene soprattutto in Risaia crudele.

Lei è una studiosa di linguistica e ora si sta occupando attivamente di traduzione. Pensa che potrebbe essere interessante una traduzione di Reali in francese (o in un'altra lingua)? Quali potrebbero essere le principali difficoltà nella traduzione secondo lei?

Sì, direi proprio di sì, perché mi sembra che la scrittura di A. Reali sia un altro elemento molto interessante (e forse quello che è evoluto maggiormente). Sentite: "Un senso mistico di dolcezza l'avvolgeva come un manto di protezione, cucito dal Signore crocefisso per salvare tutti quanti e soprattutto gli umili come lei"...

Ci consigli una colonna sonora che accompagni la lettura di ciascuno dei tre romanzi.

Domanda difficile!
Il romanzo sul quale sento di poter dare la risposta più sicura è La morte scherza sul Ticino. Qui sceglierei "A love supreme" di Coltrane.
Per Fitte nebbie forse, più che un album o una canzone, proporrei una voce, quella di Billie Holiday.
Per Risaia crudele, è più difficile. Bisognerebbe andar per personaggi: il primo che mi viene in mente è Carlin, per il quale proporrei "La ballata dell'ex" di Sergio Endrigo. Se penso a Don Dalmazio mi viene in mente il personaggio di Scarpia nella Tosca di Puccini. No? Pensate all'aria "Va' Tosca (Te Deum)". Pensando ai personaggi principali... è troppo scontato dire "Les feuilles mortes" di Yves Montand? Sì, forse sì, c'è sicuramente di meglio.

Lei è anche una ballerina di tango argentino. Con quale dei personaggi di Reali le piacerebbe ballare un tango?

Beh, qui non si può sbagliare: prima di tutto con Dell'Oro, perché è il più passionale di tutti i personaggi. Ma probabilmente anche con Leone Santi Denari, per la sua eleganza e il suo portamento. Sarebbe uno di quei ballerini con cui le donne si sentono comode e protette dai colpi di tacco delle vicine...